Turandot Divulgazione

I costumi

Propose così a Brunelleschi di realizzare i disegni dei costumi e degli attrezzi (come spade, scudi e stendardi) degli oltre 200 personaggi dell’opera e lo invitò a tutti gli incontri con gli editori Ricordi, insieme allo scenografo Galileo Chini e al direttore d’orchestra Toscanini. Purtroppo, però, l’artista non si presentò mai. Forse per i troppi impegni a Parigi o forse preoccupato di non poter realizzare tutto ciò che gli era stato affidato, non rispose alle richieste di inviare in Italia almeno qualche schizzo. Il suo comportamento preoccupò moltissimo Puccini, che morì nel 1924 senza riuscire a vedere un solo figurino dell’artista da lui tanto apprezzato e rincorso.
Stanchi dei silenzi di Brunelleschi e dei ritardi nella consegna del lavoro, gli editori di Casa Ricordi decisero di affidare la realizzazione dei costumi a Caramba, costumista efficiente, puntuale che già da tempo collaborava con il Teatro alla Scala di Milano.

Caramba preparò in pochissimo tempo i figurini, decorati con disegni di draghi, righe oblique, e cappelli orientali. Scelse tessuti preziosi ricchi di dettagli e dai colori sgargianti, seguendo passo dopo passo la preparazione dei costumi nella sua sartoria. Finalmente andarono in scena per la prima volta alla Scala, catturando gli occhi di tutti gli spettatori. I figurini di Brunelleschi, arrivati in piccola parte in Italia in gravissimo ritardo e solo dopo insistenti richieste, piacquero moltissimo agli editori di Casa Ricordi, tanto che furono utilizzati per pubblicizzare Turandot su giornali, riviste, oltre che per la creazione del manifesto dell’opera.
I costumi pensati da Brunelleschi per il capolavoro di Puccini andarono finalmente in scena il 26 aprile del 1926 al Teatro Costanzi di Roma, proprio il giorno seguente alla prima assoluta di Milano.

Stampa questa pagina

Principessa "Turandot", costume dell'atto II, figurino di Umberto Brunelleschi

Ventagli, lance e una mazza ferrata per diversi personaggi

Principe "Calaf", costume con mantello, figurino di Umberto Brunelleschi.