Turandot Divulgazione

I costumi

Per Turandot Puccini dedicò anni alla riflessione sulla messinscena, faticando molto per avvalersi, purtroppo senza successo, della collaborazione Umberto Brunelleschi per la realizzazione dei costumi.

L’artista, toscano come il compositore, da anni viveva a Parigi, dove svolgeva un’attività intensa da illustratore e costumista per teatri “leggeri” quali Bouffes-Parisiens o le Folies Bergère. Nel 1922 i due si incontrarono proprio a Parigi e lì Puccini vide alcuni disegni creati da Brunelleschi per lo spettacolo Au pays du Lotus d’Or: i decori floreali, i colori vivaci e le fogge orientaleggianti dei copricapi colpirono il Maestro che li ritenne perfetti per la sua Turandot.

«Vidi Brunelleschi a Paris. Lui ha fatto diversi studi per i figurini di Turandot. Credo che bisognerà vederli, poiché Brunelleschi è uomo di gusto e certo non da mettere da parte» . Dal 1924 il Maestro invitò ripetutamente Brunelleschi agli incontri con gli editori Ricordi, alla presenza dello scenografo Galileo Chini e dei librettisti. Tuttavia Brunelleschi non si presentò mai: impegnatissimo a Parigi, probabilmente bloccato nella creatività e incapace di soddisfare le incessanti richieste di spedire in Italia almeno qualcuno dei duecento figurini commissionati, alimentò con il suo silenzio la già elevata tensione che Puccini nutriva per la sua ultima opera.

È lo stesso Maestro a valutare una possibile alternativa e a citare il nome del costumista Caramba, efficiente, puntuale nonché punto di riferimento per le produzioni del teatro alla Scala di Milano.

Nel novembre del 1924 Puccini morì senza aver visto un solo figurino di Brunelleschi per la sua opera. «Meravigliato sinoggi nessun figurino giunto malgrado numerose proroghe accordate Stop riteniamoci sciolti ogni impegno affidiamo altro artista esecuzione lavoro» , scrivono gli editori Ricordi a Brunelleschi nel 1925, innervositi e delusi.

L’artista designato fu proprio Caramba che ideò velocemente figurini decorati con draghi, righe oblique, e seguì attentamente la lavorazione e la confezione proprio nella sua sartoria. I costumi dai colori sgargianti, ricchi di gemme e stoffe preziose e così distanti dal gusto raffinato apprezzato da Puccini, risaltarono nella prima rappresentazione assoluta di Turandot alla Scala, il 25 aprile del 1926.

I figurini di Brunelleschi, arrivati in piccola parte in Italia nel 1925 in gravissimo ritardo, riscossero però un tale successo da essere utilizzati da Casa Ricordi per il battage di Turandot, comparendo su giornali e riviste, e fornendo ispirazione al grafico Metlicovitz per la realizzazione del manifesto della prima rappresentazione dell’opera. I costumi di Brunelleschi per il capolavoro di Puccini comparvero sulle scene il 26 aprile del 1926 al Teatro Costanzi di Roma, all’indomani della prima assoluta scaligera.

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Principessa "Turandot", costume dell'atto II, figurino di Umberto Brunelleschi

Ventagli, lance e una mazza ferrata per diversi personaggi

Principe "Calaf", costume con mantello, figurino di Umberto Brunelleschi.