Cari navigatori, se il vostro viaggio nella rete vi ha condotti sin qui è perché siete dei curiosi esploratori e siete pronti per immergevi in una nuova straordinaria scoperta musicale! L’Archivio storico Ricordi è lieto di darvi il benvenuto nel suo nuovo portale didattico, in cui potrete conoscere la storia dell’opera Turandot, composta da Giacomo Puccini quasi un secolo fa ma sempre avvincente e meravigliosa. I materiali a vostra disposizione sono divisi per fasce d’età e propongono testi di approfondimento, attività e ascolti. Buon viaggio e buon divertimento!
Turandot è l’ultima storia che il grande compositore Giacomo Puccini ci ha raccontato attraverso la musica e il canto, insieme a due suoi amici e collaboratori, Renato Simoni e Giuseppe Adami, che si sono occupati della scrittura del libretto.
La storia della terribile principessa cinese non è una loro invenzione: Puccini e i suoi librettisti hanno preso ispirazione/spunto da una fiaba dell’antica Persia che lo scrittore Carlo Gozzi aveva riscritto quasi due secoli prima di loro.
Approfondisci
Il libretto, scritto da Renato Simoni e Giuseppe Adami e messo in musica da Giacomo Puccini, racconta della principessa Turandot, vissuta in Cina tanti, tantissimi anni fa. Era una ragazza bellissima ma crudele ed orgogliosa e, cosa veramente strana per un principessa, non accettava in alcun modo di sposarsi. Il motivo era semplice: una sua antenata, la principessa Lou-Lin, era stata rapita da un uomo straniero che l’aveva strappata alla sua terra e uccisa. Così Turandot non era riuscita a fidarsi più di nessun uomo, e aveva giurato che non si sarebbe mai sposata.
Approfondisci
La storia di Turandot si svolge al tempo delle favole nella città di Pechino. Giacomo Puccini era stato da subito attirato dall’idea di scrivere musiche legate a una cultura diversa dalla sua e per svolgere al meglio questo importante compito studiò moltissimo, ricercò libri ed enciclopedie musicali, chiese ad amici e collaboratori che viaggiavano all’estero di procurargli in tutto il mondo testi da cui avrebbe potuto prendere spunto per la sua nuova composizione.
Approfondisci
Molto curioso e attirato dalle novità, il Maestro Puccini si teneva sempre molto informato su tutti gli spettacoli presentati nei più importanti teatri e, finché riuscì, viaggiò in Italia e in Europa per incontrare artisti importanti con cui scambiare idee preziose per la creazione di nuove opere.
Lavorando a Turandot e riflettendo sui costumi per i personaggi, decise di incontrare un artista che già da qualche tempo Puccini conosceva e che ammirava moltissimo: Umberto Brunelleschi.
Partì per Parigi e, con grande sorpresa, scoprì che l’artista stava disegnando per un teatro parigino costumi ispirati proprio all’antica Cina, vivaci nei colori ma molto raffinati che al Maestro sembrarono assolutamente perfetti per la sua opera.
Approfondisci
Giacomo Puccini dedicò grande attenzione anche alle scenografie della sua Turandot, soprattutto perché desiderava che il pubblico, vedendo lo spettacolo, potesse davvero credere di trovarsi nell’antica Cina delle favole in cui è ambientata la storia.
Il Maestro, nel 1924, scelse di assegnare il compito di disegnare le scenografie dell’opera a Galileo Chini, un grandissimo artista che conosceva già da sette anni e di cui apprezzava la creatività e la bravura non solo come pittore, ma anche come ceramista, illustratore, decoratore e architetto.
Approfondisci
Giacomo Puccini, come sappiamo, si dedicò alla scrittura di Turandot con il massimo impegno ma, dopo quattro anni di duro lavoro, non poté completare l’opera: si ammalò e le poche energie che aveva non gli consentivano di scrivere con tranquillità.
Era preoccupato, sofferente e di umore cupo. Così, d’accordo con la sua famiglia, decise di sottoporsi ad un delicato intervento alla gola in una clinica di Bruxelles da uno dei chirurghi più preparati dell’epoca. L’operazione andò bene ma il Maestro, dopo qualche giorno, ebbe un infarto e il 24 novembre 1924 morì all’età di 66 anni, lasciando incompiuta l’opera.
Turandot andò in scena un anno e mezzo più tardi, domenica 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala di Milano, diretta dal famosissimo Maestro Arturo Toscanini, caro amico di Puccini che aveva seguito la composizione dell’opera.
Approfondisci
Turandot, dopo quasi un secolo dalla prima volta in cui è andata in scena, è stata raccontata, illustrata o messa in scena in molteplici forme e con i più diversi linguaggi artistici. L’opera pucciniana ha così incontrato il gusto dei più differenti estimatori, dai bambini delle scuole primarie fino agli esperti più raffinati, continuando a stimolare la creatività e la curiosità dei più, ad affascinare e conquistare un pubblico insospettabile quale è il pubblico più giovane.
Approfondisci